Riportiamo in questa pagina del nostro blog alcune ricerche sull'origine del cognome Galluzzo. Non intende essere assolutamente una ricerca esaustiva se non uno spunto per ulteriori indagini.
L'uso di cognomi fissi di carattere ereditario iniziò in epoca medievale tra il X e XI secolo tra le famiglie nobili, per indicarne un determinato casato, ma si consolidò tra i ceti sociali di più bassi solo intorno al 1250 (d.C.). I cognomi erano soprattutto patronimici, cioè derivati dal nome del padre (Di Pietro, Di Giacomo, Di Filippo, De Michele etc.), legati a professioni oppure a soprannomi, o di derivazione toponimica. Il cognome Galluzzo potrebbe derivare sia da un patronimico che da un toponimo, è possible che abbiamo avuto origini diverse in diverse regioni e contesti. Come patronimico, si può considerare un esempio di antroponomastica medievale di origine animale. Altri esempi di soprannomi-uccelli che sono poi diventati cognomi patronimici sono Falco, Falcone, Colombo, Corvino, Palumbo, Tortora etc. A supporto dell'origine toponimica, vi sono almeno due paesi da cui potrebbe derivare il cognome: - Galluzzo, alle porte di Firenze - Galluccio, in provincia di Caserta E' probabile che siano esistiti altri borghi o contrade con un'appellazione simile anche in altre regioni, poi perduta nei secoli. Questo cognome è documentato nel corso dei secoli in diverse e distanti regioni d'Italia, ma questo non significa che dobbiamo necessariamente ricercare un legame genealogico tra tutte queste famiglie. Galluzzo, o anche Galluccio e tante altre varianti, forma vezzeggiativa o diminutiva di Gallo, appunto adottato come patronimico o cognome toponimico da più individui in maniera del tutto indipendente, indipendentemente in diverse comunità e consolidatosi come cognome fisso ereditario a partire dal 1250 ca. Galluzzo sembra avere un nucleo principale nella Sicilia occidentale (provincia di Agrigento e Palermo), nel reggino e nel brindisino, con ceppi, forse non secondari, in Campania (Castel San Giorgio) e nel Lazio. Traccia di questa cognominizzazione la troviamo a Naso (ME) nel 1500 con il vice portolano Cono Galluzzo. Uno delle attestazioni più antiche in Sicila risale ad un atto notarile del 1435 a Trapani, in cui si legge: Iohanna, moglie del "quondam" Franciscus Galluczu assegna la dote alla figlia Disiata sposa di /.../, promettendo di consegnarla, dopo la consumazione del matrimonio, entro un mese.
Ad ogni modo le attestazioni documentarie più antiche di una famiglia con tale cognome, riportato in latino Gallutius, sono legate ad un celebre ed importante casato della città di Bologna e risalgono all'ultimo quarto del secolo XII. Dall'enciclopedia Treccani leggiamo che: I sette incarichi consolari rivestiti tra 1174 e 1189 da "Rolandinus Petri de Henrico" e da suo figlio "Gerardus Rolandini", ascendenti di coloro che nella generazione successiva acquisiranno il nome di Galluzzi, rappresentano importanti indizi di prestigio politico. Con "Albertus" detto "Gallus", attestato nel 1208, appaiono anche i segni delle risorse economiche, testimoniate innanzitutto dall'acquisizione - e successiva vendita al Comune di Bologna - di alcuni mulini, posti lungo il ramo del fiume Reno che congiungeva la città con le vie di comunicazione padane e dall'insediamento della famiglia nella zona situata tra la via S. Mamolo e il Pavaglione, in quella che ancora è definita "corte dei Galluzzi". In questo periodo, proseguì e si stabilizzò la partecipazione dei Galluzzi alle istituzioni cittadine e la specializzazione negli incarichi diplomatici che caratterizzò poi la famiglia nelle generazioni successive. I Galluzzi di Bologna erano guelfi sostenitori fedelissimi del papato, più volte si scontrarono ferocemente con le famiglie ghibelline, in particolare con i Carbonesi. A Bologna è tuttora possibile ammirare la Torre dei Galluzzi, chiamata anche torre nuova, per distinguerla dalla torre vecchia, già costruita dalla famiglia alla confluenza tra l'attuale via D'Azeglio e Piazza Maggiore, oggi scomparsa. I Galluzzi furono anche protagonisti di una vicenda simile a quella di Giulietta e Romeo, quando una giovane della famiglia si innamorò di un rampollo degli odiati Carbonesi, sposandolo in segreto. Quando i fratelli della ragazza scoprirono il fatto li uccisero entrambi, simulando anche il suicidio della sorella, che fu trovata impiccata. In Toscana troviamo un borgo chiamato Galluzzo, un quartiere di Firenze, posto all'estremo limite meridionale del comune. Si tratta di una località molto antica tanto da essere citata da Dante Alighieri nel XVI canto del Paradiso (vv 52-55) della Divina Commedia « Oh quanto fora meglio esser vicine quelle genti ch’io dico, ed al Galluzzo ed a Trespiano aver vostro confine » (Dante Alighieri, Divina Commedia) Alcuni attribuiscono l'origine del curioso nome del borgo ad una nobile famiglia Galluzzo o Galluzzi (anche in questo caso nei testi di archivio in latino compaiono come Gallutius), che in questa zona esercitava l'attività di "biadaioli", e che aveva per stemma proprio un gallo d'oro in campo azzurro, o nel ramo dei podestà di Volterra, portava in araldo un gallo rosso in campo d'argento. ![]()
Seguono alcune note sui Galluzzo in provincia di Salerno, Campania, che potrebbero essere legati alla storia dei Galluccio, la cui presenza nel territorio campano è documentata fin dal XII-XIII secolo.
Tracce del nome Galluzzo si trovano in un prezioso manoscritto tardo medievale, il Liber Confratrum della Cattedrale di S.Matteo di Salerno. Si tratta di un lungo necrologio contenente nomi di defunti a partire dal periodo Longobardo - Normanno (XI sec.) fino al sec. XVI. Nella trascrizione di questo manoscritto (edita dall'Istituto Storico Italiano del Medio Evo, 1922), nella stessa pagina 319 relativa all'anno 1187 circa, troviamo due defunti chiamati Gallutius e Galluczus (chiare forme latinizzate di Galluzzo). Questo attesta l'esistenza di questo nome nel salernitano già in epoca Normanna, anche se era in questo caso un nome o soprannome piuttosto che un cognome in senso moderno. Troviamo anche il necrologio di un notaio Iohannes de Amabili de Sancto Georgio morto in die sancti Fortunati nel XIII sec. (data esatta non riportata), una conferma importante della notevole antichità del cognome Amabile. Riportiamo gli atti di battesimo di alcuni dei nostri antenati più antichi finora trovati, risalenti alla seconda metà del 1600 (Chiesa di Santa Barbara, Torello, Castel San Giorgio (SA)).
Stato delle Anime 1575 ![]()
Dalle nostre ricerche in provincia di Salerno, è emerso che il cognome Galluzzo era diffuso già a la Barra, Torello (località di Castel San Giorgio) e Siano agli inizi del 1500, non era quindi originario di un solo casale e pertanto non derivato da un semplice soprannome locale. E' molto plausibile l'origine toponimica del cognome, almeno in Campania, derivata dal toponimo casertano di Galluccio, che era un feudo di una certa importanza nel basso medioevo, si può leggere di più in internet altro sulla sua storia (storia del feudo di Gallucico).
La nobile famiglia dei Galluccio di Napoli, che da questo feudo trasse il nome. Questa famiglia assunse come stemma araldico un gallo rosso con una stella ad otto punte al lato, rappresentante Venere (la stella del mattino). Curiosamente per questo questo si ispirarono ad antiche monete greco-romane dell'alto casertano, ne vedi alcuni esempi in Wikipedia (Monetazione di Cales)
2 Comments
Aquí seguimos con unas notas acerca del linaje paterno de los Ramírez de San Julian, Jalisco, México. Una versión completa del arbol con ascendencia hasta los genearcas españoles de 1500 se puede consultar en esta pagina ARBOL RAMIREZ.
Empezamos con los papás de Pomposo Ramírez Gutiérrez: Ambrosio Ramírez (alias García) García (nació en 1871 en el rancho del Papalote) y Macrina Gutiérrez (n.1887).
En esta época los apellidos no eran siempre fijos, a veces, según una costumbre antigua, se ponía el apellido de una abuela materna o paterna o se cambiaba el apellido al momento de casarse. Esto explica el muy frecuente intercambio entre García y Ramírez.
Los papás de Ambrosio Ramírez García fueron Victor Ramírez (alias García) Estrada (nacío el 11/03/1838) y Maria Petronila García Fernandez (n. 30/05/1854).
Victor Ramírez se casó con Ma. Petronila Garcia el 16 de Noviembre 1870 en la parroquia de la Unión de San Antonio, su apellido aparece como García en el acta de matrimonio.
Los papás de Victor García fueron Juan García Pedrosa (n. ?) y Ma. De La Luz Estrada (n. ?).
Los papás de Juan García fueron Joseph Cayetano De Guadalupe García (alias Ramírez) (n. 4/81776 en el rancho Papalote) y Ignacia Pedrosa (n. ?). En el acta de matrimonio de Joseph Cayetano De Guadalupe encontramos que se casó con Ignacia usando el apellido Ramírez, tuvieron que pedir dispensa ya que eran primos de 3er grado.
Los papás de José Cayetano De Guadalupe García fueron Ignacio Joseph García de Hermosillo (n. 30 /05/1737 en San Juan de Los Lagos) y Maria Ignacia Muñoz de Nava y Martín del Campo (n. 9/8/1742). Tambien en el acta de matrimonio de Ignacio Joseph encontramos que se casó con Maria Ignacia usando el apellido Ramírez. Los papás de Ignacio Joseph García de Hermosillo fueron Bartolomé de San Juan Garcia de Hermosillo (n. 8/9/1709 en Jalostotitlán) y Paula Manuela Muñoz de Hermosillo de la Mora (n. 28/01/1710 en Jalostotitlán). Los papás de Bartolomé de San Juan Garcia de Hermosillo fueron Agustín García de Hermosillo y Muñoz de la Barba (n. 1657 en Jalostotitlán) y Josepha Márquez de los Olivos y Martín del Campo (n. 1661 en San Juan de Lagos). Los papás de Agustín García de Hermosillo fueron Agustín García de Hermosillo (n. 1624 en Jalostotitlán) y María Muñoz de la Barba y Gutiérrez Rubio (n. 1635 en Jalostotitlán). Los papás de Agustín García de Hermosillo fueron Agustín García de Hermosillo (n. 1624 en Jalostotitlán) y María Muñoz de la Barba y Gutiérrez Rubio (n. 1635 en Jalostotitlán). ![]()
Así podríamos seguir hasta el genearca de nuestros Ramírez (alias García y González) de Los Altos es Juan González de Hermosilla de Guadalcanal, Sevilla.
Observamos en Retoños de España en la Nueva Galicia, Tomo IV, Volumen 1, pagina 209, último párrafo: ..."Se trata del expediente integrado en 1582 par el pase a Indias de nuestro genearca, y la concesión de licencia para pasar a las minas de Zacatecas a favor del mismo Juan Gonzalez de Hermosilla-como fue conocido en la península, mientras que en las Indias se le refirió siempre como González de Hermosillo, Labrador de la Villa de Guadalcanal, con su mujer hijos y una criada. Venia nuestro genearca a reunirse con su hermano Gonzalo Garcia de Hermosillo, residente de la sazon en las Minas de Los Zacatecas, quien lo habia llamado" Una transcripción completa del expediente se puede encontrar en este enlace Expediente pase a Indias 1582. En general, todos estos ancestros de 1600 y 1700 de Jalisco aparecen como infantes españoles en las actas de bautizmo, esto no quiere decir que nacieron en España si no que eran de raza blanca desendientes de Españoles. Notar que García de Hermosillo, Muñoz de Nava, Muñoz de la Barba etc. son apellidos compuestos, rapresentan los apellidos castellanos autenticos de las primeras familias españolas que se establecieron en los Altos de Jalisco. Hay una lista de 117 familias españolas que llegaron a clolonizar la region de los Altos en 1550 (documentado en el libros Retoños de España en la Nueva Galicia por Mariano Gonzalez-Leal). Acerca de los Ramírez (alias García y González) de Hermosillo, el apellido es probablemente una referencia toponímica al pueblo de Hermosilla, localizado en la provincia de Burgos, región de Castilla y León, España, de donde muchas de estas familias procedian. En este pueblo se encuentra una iglesia romaníca de fines del siglo XII, dedicada a Santa Cecilia. Se pueden ver varias fotos en estos links: http://www.arteguias.com/iglesia/hermosilla.htm http://romanicoburebano.blogspot.nl/2011/05/iglesia-de-santa-cecilia-de-hermosilla.htm
Los Ramírez (alias García) eran originarios del Rancho "El Papalote", situado en el Municipio de San Juan de los Lagos (en el Estado de Jalisco).
Además encontramos ancestros de origen Italiano entre los antepasados de Macrina Gutiérrez. Aunque suena complicado, una bisabuela de la tatarabuela materna de Macrina se llamaba Geronima Isabel de Lomelín, nació en 1711 y era descendiente directo de Carlo Lomellini nacido alrededor de 1584 en Genova, Italia.
Por más de 250 años estas familias evitaron mezclarse con indigenas, judios y herejes (otras religiones). A raíz de la guerra de independencia 1810-1821 y especialmente después de la revolución 1910-1919 poco a poco se fué perdiendo ese prejuicio que sin embargo no ha desaparecido por completo. Encontramos en la introducción de Retoños de España en la Nueva Galicia, lo siguiente que escribió el Doctor Mariano González Leal: Numerosos antropólogos y estudiosos se han sentido atraídos por la fascinación y el misterio que para quienes por primera vez conocen el área representan algunas de las mas ostensibles características de su población: la belleza y misticismo de las mujeres, en gran proporción rubias y somáticamente europeas; la violencia y agresividad de los hombres; su laboriosidad, su tenacidad y honradez; su vanidad y su jactancia; la notoria endogamia y por mucho tiempo arraigadísima costumbre de realizar matrimonio solamente entre parientes o corregionales, no menos que su dedicación al trabajo que, cuando salen de su lugar de origen, los permite formarse una solida posición económica (González leal Mariano, Retoños de España en la Nueva Galicia, Tomo I, “Los Altos de Jalisco, Ensayo de Historia, Antropología y sociología de una región de Mejico”). Por area de procedencia, las pricipales familias fundadoras son las siguientes: Alvarez (Extremadura), Castañeda (Toranzo, Extremadura), Alcalá (Peralta, Navarra), Alvarado (Badajoz), Barba (Sevilla), Cornejo (Salamanca), lmacén (Córdoba), Delgadillo (Montañez), Díaz (Medellín, Extremadura), Estrada (Mérida), Fernández (Mérida), García (extremeño, castellano o sevillano), Gómez (Sevilla, Valladolid), González (Extremadura, Castilla), Gutiérrez (Sevilla), Hernández (Sevilla, Badajoz), Jiménez (Aragón), López (Toledo, Medellín, Sevilla), Martín (Andalucía y Extremadura), Márquez (Villa de Paradinas) Medina (Medellín), Muñoz (Burgos, Andalucía), Orozco (Andalucía) Peña (Sevilla), Plascencia (Andalucía), Ramírez (Mérida), Romero (Castilla), Saldívar (Vizcaya), Sánchez (Andalucía), Torres (Sevilla), Vargas (Sevilla), Villalobos ( lmacén), Villaseñor (Vélez).
El linaje paterno de los Ramírez, así como de algunos García y González (de Hermosillo), según análisis de ADN del cromosoma Y, debería pertenecer al haplgrupo E-V13, común en Europa y en la península iberica.
Preguntas / questions?
Contact Us!
Búsqueda e investigación realizada por Dr. G.Galluzzo y Arq. D.Cadengo-Ramírez.
Durante generaciones, ha pasado de boca en boca la creencia de que el apellido Cadengo viene de algunos ladrones Europeos que emigraron a América (específicamente México) y estando ahí, cambiaron de Cadenguini a Cadengo el apellido para hacerlo parecer más Mexicano. Pero de esto no hay ninguna documentación o base.
Hemos realizado una investigación a través de diversos archivos, obteniendo los siguientes resultados que se basan en documentación encontrada en documentos eclesiásticos de la región del Bajío. En la página web de www.familysearch.org es posible consultar los registros parroquiales de bautismo, matrimonio y defunciones de todo México de los años 1560 - 1950. Se trata de una fuente de información muy vasta e importante. De muchas parroquias (incluyendo aquellas de Guanajuato) es posible acceder a las fotos (microfilm) de estos archivos y observar a detalle las actas del registro. En general los primeros Cadengo aparecen en la segunda mitad de 1700 en los libros de bautismos de castas que incluyen en su mayoría indios, mestizos y mulatos, todos estos bien diferenciados de los libros de bautismos de Españoles. Estos primeros Cadengo se de encuentran en los registros de la parroquia de San Felipe Guanajuato y provenían de las rancherías de la Tlachiquera (ahora Nuevo Valle de Moreno), la Deseadilla, San Juan de los Llanos y la Angostura. El apellido Cadengo es muy probablemente de origen indígena, debido a que no se encuentra ninguna relación con inmigrantes europeos.
El acta de bautismo donde aparece el apellido Cadengo más antigua que pudimos encontrar en los registros parroquiales (de todo México) es de María De La Luz Cadengo, bautizada el 20 de Febrero de 1759 en San Juan de los Llanos, hija de Bernaldo Cadengo y Phelipa De La Cruz. Bernaldo, que probablemente nació entre 1730 y 1740, es entonces el Cadengo más antiguo en los registros online.
Phelipa De La Cruz es un nombre muy frecuente en los registros de San Felipe, claramente por el Santo venerado en el pueblo y muy común entre la población indígena. Se nota también la ausencia de apellidos hereditarios, en muchos bautismos de castas de 1700 incluyendo los indios. Se usaban generalmente nombres de carácter religioso como Juan Diego, Bernaldo, María. José. Los registros con apellidos largos de carácter hereditario son relacionados en mayoría a familias de origen español.
Un dato muy interesante es que el famoso Miguel Hidalgo y Costilla fue cura de San Felipe Guanajuato desde 1792. Nos encontramos el acta de bautismo de una Cadengo firmada por el mismísimo cura. Una infanta mestiza Maria Antonia Abad Torres Cadengo nació en 1798 en la Tlachiquera. Se aprecia perfectamente la firma del cura Hidalgo, coincidiendo con la encontrada en otros documentos oficiales. En este caso vemos que el nombre más largo, parece más españolizado.
Sigue otro ejemplo de acta de 1795 de un infante mulato, José Nasario Cadengo, nacido en la Deceadilla, con firma del cura Hidalgo.
Sigue el acta de matrimonio de José Antonio Morales (indio) y María Francisca Cadengo (india) ambos de la Tlachiquera (ahora Nuevo Valle de Moreno), 9 Mayo 1806.
El origen del apellido Cadengo sigue presentando una incógnita para nosotros, una puede ser la teoría indigena que explicamos posteriormente (del otomí, Cuervo grande) o bien, de origen afromestiza, ya que hemos encontrado que el apellido escrito con K (Kadengo) existe en África. Esta teoría es reforzada en parte por el hecho del acta de bautizo que encontramos y dónde se cataloga el nacimiento de una niña "mulata" con apellido Cadengo. Una vez más, éstas son sólo nuestras teorías, continuamos investigando.
Preguntas / questions?
Contact Us! Etimología del apellido CADENGO (teoría Otomí)
Excluyendo un origen europeo del apellido Cadengo, no habiendo encontrado ningún documento eclesiástico que lo respalde hasta la fecha, es probable que la misma palabra Cadengo proceda de alguna lengua indígena del área de San Felipe Guanajuato. Estos son unos ejemplos de apellidos extintos con claro origen indígena probablemente relacionados al Cadengo encontrados en libros de bautismos de indios.
- Luiza Donga, 1593, Victoria, Guanajuato - Costina Diengu, 1603, San Martin, Zapotitlan Salinas, Puebla - Martin Thechii Donga 1613, San Francisco, Tepeaca, Puebla - Ysabel Cheum Cadenba, 1626, Morelia, Celaya, Guanajuato [IMAGE] - Antonio Dongu, 1726, Morelia, Celaya, Guanajuato Los indígenas del área de San Felipe eran Chichimecas Guamares del subgrupo Capuces, tribu originada en 1560 y fue gobernada por Copuz "Viejo", mientras que los del área de León eran conocidos como Chichimecas blancos (tal vez por el color de la piel más claro). Esta tribu hacia 1573 se dividió a causa de que la tribu original de Copuz se unió a los conquistadores Españoles, una fue gobernada por Alonso, el cuál se sometió a los Españoles en el Mezquital y otra fue comandada por Pedro, quien tuvo un destino incierto.
Entonces una relación se podría buscar en la familia de lenguas Otomíes u otros dialectos de origen Chichimeca presentes en los modernos estados de Guanajuato, Querétaro e Hidalgo.
Un estudio preliminar basado en el diccionario Otomí del Valle del Mezquital (Estado de Hidalgo), nos conduce a la siguiente posible interpretación:
KA = cuervo DO = piedra NGU = casa DONGU = casa antigua DӒNGI, DӒNGA (adjetivo: grande) DӒNGO (sustantivo: fiesta grande) KA (cuervo) + DӒNGA (grande) = Cuervo Grande KA (cuervo) + DONGU (casa antigua) = Casa Cuervo Esta es sólo nuestra hipótesis... Preguntas / questions? Contact Us!
© 2013-2014 Búsqueda e investigación realizada por
Dr. G.Galluzzo y Arq. D.Cadengo-Ramírez en Junio 2013. |
AuthorG.G. Categories
All
Archives
August 2021
|